Mira Maodus in mostra a Firenze
pubblicata venerdì 15 marzo 2024
È stata inaugurata mercoledì 6 marzo la mostra “Mira Maodus, la poetica del colore” dedicata alla artista francese, di origine serba, Mira Maodus. La mostra, curata dalla livornese Silvia Pampaloni, si terrà nelle sale dello spazio espositivo “C.A. Ciampi” di Palazzo del Pegaso fino 16 marzo 2024. Dopo la retrospettiva al Museo Giovanni Fattori a Livorno di due anni fa, la pittrice torna a esporre in Italia per presentare a Firenze una ventina di opere dedicate specificatamente alla relazione tra pittura e poesia. Alla presentazione sono intervenuti il Presidente del Consiglio Regionale della Toscana Antonio Mazzeo, il Segretario Francesco Gazzetti, la curatrice Silvia Pampaloni, la storica dell’arte Veronica Carpita e infine l’artista Mira Maodus. « Una mostra che arriva diritta al cuore - sostiene il Presidente Antonio Mazzeo - poesia e arte si fondono nelle opere di Mira Maodus. Il Consiglio regionale della Toscana è onorato di ospitare nelle sue sale l’arte di un’artista di levatura internazionale, una vera cittadina del mondo, che attraverso le lettere di diversi alfabeti costruisce un messaggio di pace». Continua così Francesco Gazzetti, Presidente della commissione politiche europee e relazioni internazionali del Consiglio regionale della Toscana « Nelle opere di Mira Maodus c’è la possibilità di riconoscere le individualità dei segni ma anche un messaggio corale, esse dimostrano che elementi differenti possono convivere armoniosamente insieme per creare bellezza ». Per l’artista Mira Maodus « l’arte e la poesia sono mezzi per ridare dignità al mondo. La Toscana da sempre è maestra di cultura e di bellezza, é un onore per me esporre le mie opere nella regione natale dei più grandi artisti e letterati del mondo ». Alla presentazione ha partecipato anche Leandro Chiarelli, Console onorario della Repubblica di Serbia in rappresentanza dell’Ambasciatrice serba Mirjana Jeremic. Dagli esordi figurativi ispirati all’espressionismo tedesco fino all’approdo all’astrattismo a Parigi, Mira Maodus (1942) ha concentrato la sua ricerca pittorica verso l’armonia della composizione. A partire dalla metà degli anni ’80, l’artista comincia a indagare la poetica della scrittura. Poche frasi, parole, lettere, segni svelati attraverso l’assemblaggio di colori che rimandano ai suoi artisti preferiti, precursori dell’Espressionismo e del Fauvismo. Approfondendo il suo incontro con la calligrafia giapponese, studiata in Giappone per sette anni, e associandola al rigore dell’alfabeto cirillico come tributo alle sue origini, Mira dedica il suo processo artistico all’esplorazione dell’universale sinfonia del segno. Ispirata da sempre dalla grande poesia mondiale (Arthur Rimbaud, Aleksandr Puškin, Salvatore Quasimodo, Jovan Dučić, Sergej Esenin, Gabriele D’Annunzio, Paul Verlaine) Mira MAODUS esprime le sue emozioni in sovrapposizioni complesse di colore, attraverso l’utilizzo delle antiche tecniche della realizzazione degli sfondi bizantini. Sintesi di questa ricerca di universalità è il polittico “Omaggio a Dante Alighieri” realizzato appositamente in onore della città di Firenze.
Questa mostra rappresenta anche la preziosa occasione di accostarsi per la prima volta in Italia ai versi del più noto poeta serbo, Jovan Dučić(1871 Trebinje, Bosnia - 1943 Gary, Stati Uniti), alla cui poetica Mira MAODUS ha dedicato un’intera serie di quadri oggi ospitata nella collezione permanente del Museo Hercegovine a Trebinje (Bosnia Herzegovina). Diplomatico, scrittore e saggista, Jovan Dučić come poeta non è stato ancora pubblicato Italia, mentre da anni è ampiamente tradotto in Gran Bretagna e in Francia. Grazie alla presenza del quadro “Flying” gentilmente concesso dal Museo Hercegovine sarà possible per la prima volta leggere la poesia in italiano, nella versione inedita della traduttrice Ana Ilic.
La mostra “Mira MAODUS e la poetica del colore” sarà visitabile fino al 16 marzo dal lunedì al sabato, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19; la domenica dalle 15 alle 19.
BIOGRAFIA Mira Maodus è un’artista francese di origini serbe che vive e lavora tra Parigi, Belgrado, Trieste e Tokyo. Nasce il 14 ottobre 1942 in un campo militare italiano a Medak, nei Balcani, dove la madre Sofija Tesla, nipote dello scienziato Nikola Tesla, si era rifugiata per sfuggire alla fucilazione. Dopo la guerra la famiglia si trasferisce nella città di Belgrado. Sin da piccola Mira sviluppa una potente propensione per l’arte. Decide da ragazza di lasciare la Jugoslavia per seguire la sua vocazione, studiando prima alla Werkkunstschule di Francoforte (1965-1968), all’Accademia delle Belle Arti di Venezia (1969-1972) ed a l’Ecole NationaleSupérieure des Beaux-arts a Parigi (1972-1975). Nel 1978 consegue un Master all’Università di Milano. Dopo un primo periodo più figurativo, ispirato all’espressionismo tedesco ed al fauvisme, Mira Maodus riesce a Parigi a esprimere con forza il suo talento di artista astratta, contrapponendo nelle sue composizioni cromatismi, simboli, parole e versi poetici in un vortice espressivo intenso. Grazie alla sua permanenza in Giappone, dove ha vissuto per sette anni, l’artista approfondisce lo studio della calligrafia come forma d’arte. Dal 1973 espone in mostre personali e collettive in Francia, Serbia, Giappone, Italia, Belgio, Russia, Svizzera, Gran Bretagna, Cina, Stati Uniti, Canada. L’UNESCO ha scelto per 15 anni le sue tele come immagini delle carte augurali del nuovo anno. In occasione del 150 esimo anniversario, il Comune di Parigi (Mairie du 15ème) ha selezionato un’opera di Mira Maodus come simbolo delle celebrazioni. I suoi quadri figurano nelle collezioni permanenti del National Museume del Museo d’Arte Contemporanea di Belgrado (Serbia), del Museumof Modern Art Banja Luka (Bosnia), dell’ Herzegovine MuseumTrebinje (Bosnia Erzegovina), del National Museum Arad (Romania) e del Miyagi Museum of Art a Sendai (Giappone). L’ULTIMO ATELIER. C’è un legame che unisce Mira Maodus a uno degli artisti toscani moderni più noti, Amedeo Modigliani. Per quasi cinquant'anni Maodus ha vissuto e lavorato nell'ultimo atelier d'artista della Cité Falguière, a Parigi. Costruita nel 1861 come cittadella per scultori, la Cité Falguière attirò artisti da tutto il mondo tra cui Gauguin, Modigliani, Soutine, Brancusi, Foujita. Nell’atelier di Mira visse l'artista russo Chaïm Soutine, che ne immortalò la facciata nel suo quadro "L'atelier du peintre” (1914). Nel cortile interno della Cité FalguièreAmedeo Modigliani scolpì molte delle sue sculture, tra cui “La Cariatide” (New York, The Museum of Modern Art). Un luogo mitico di Montparnasse, insieme alla successiva La Ruche, che consacrò l'epoca d'oro dell'Ecole de Paris e che purtroppo ha rischiato a più riprese di sparire a causa delle speculazioni immobiliari. Mira Maodus per decenni si è battuta per la salvaguardia della memoria storica di questo santuario dell'arte moderna, fondando insieme a Jacques Mauve l’associazione “Les amis de la Cité Falguière” allo scopo di far riconoscere dalle autorità competenti l’importanza del sito artistico. Nel settembre 2021, Mira ha accettato il progetto dell'associazione culturale no-profit L’Air Arts che ha reso l’Atelier 11 un Centro di Studi sugli artisti della Cité Falguière ed una residenza per artisti internazionali. Nel 2022 il Ministère de la Culture francese ha finalmente riconosciuto l’Atelier 11 come sito culturale da preservare, all’interno della missione Patrimoine Île de France. Uno dei luoghi d’arte prediletti di Modigliani è stato dunque salvato per sempre. MiraMaodus è stata eletta Presidente onoraria della ricostituita Associazione “Cité Falguière” che ha come missione la salvaguardia e la trasmissione del patrimonio artistico e culturale dei 150 anni di storia della Cité Falguière.
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