Pier Paolo Patti in mostra a Livorno
pubblicata martedì 30 maggio 2023
La Extra Factory a Livorno vi aspetta giovedì 1 giugno alle ore 18.30 negli spazi di Extra per un nuovo appuntamento con la fotografia d’ Autore: il reportage su Ucraina e Russia di Pier Paolo Patti: Jevromajdan.
Così ci racconta l’autore su questa mostra, focus di un progetto ben più ampio:
«La notte tra il 21 e il 22 novembre del 2013 iniziano a Kiev una serie di proteste filoeuropee che sfociano nel giro di qualche mese nella Rivoluzione Ucraina del 2014, starter che a dieci anni di distanza ci restituisce lo scenario attuale della guerra fratricida tra Russia e Ucraina.
Nell’agosto del 2013 io e l’amico artista Ciro Vitale fummo invitati a partecipare alla Biennale di Shiryaevo in Russia, che decidemmo di raggiungere in auto sia per avere la possibilità di portare con noi tutto ciò che ci serviva sia per affrontare un viaggio che fosse esso stesso parte di questa esperienza artistica.
Questa mostra raccoglie un reportage realizzato proprio qualche mese prima dell’inizio della rivolta e ci restituisce una fotografia di quello che era il territorio prima della rottura ideologica tra Russia e Ucraina. Siamo passati per Kiev, per il Dombass, per Odessa e per tutti quei territori che adesso tutti conosciamo per le cronache belliche che ci giungono. Molti di questi luoghi oggi sono sfigurati, molte città e villaggi distrutti. Un modo per riflettere sul tema del conflitto ucraino attraverso le immagini di un viaggio fatto dieci anni fa, da cui tutto è partito per arrivare poi, attraverso le conseguenze che conosciamo, chissà dove.
Le fotografie sono montate in composizioni di scatti multipli a voler esaltare il tema del viaggio e dello spostamento, non è una selezione delle foto più belle ma una sequenza di dettagli che intendono descriverci i luoghi attraversati, le similitudini tra i due paesi, le condizioni di vita, l’architettura e infine l’iconografia socialista ancora ben visibile e diffusa in entrambi i Paesi.
Ad accompagnare l’esposizione ci sarà un video realizzato al ritorno dal nostro viaggio, montato in stop motion mettendo in sequenza più di mille fotografie quasi interamente scattate dall’auto, una soggettiva di ciò che abbiamo visto attraverso l’occhio della nostra macchina fotografica.
Le stampe saranno contrassegnate mediante posizione geografica così da poter “ricostruire” una mappa e confrontare i luoghi ritratti in mostra».
Alcune note sulla parola Jevromajdan.
«Euromaidan» è una parola macedonia costituita dalle parole Euro” inteso come abbreviazione di Europa, e Maidan, in riferimento alla piazza dell’Indipendenza la piazza principale di Kiev dove si concentrarono le proteste iniziali. Il movimento venne nominato in base all’hashtag #euromaidan utilizzato inizialmente sui social network per organizzare le proteste. Ben presto, sui media internazionali, la manifestazione divenne popolare con questo nome. Durante le proteste la parola “Maidan” (piazza) giunse a indicare di per sé l’attività politica in pubblico. Gli eventi dell’Euromaidan sono conosciuti anche con il nome di Eurorivoluzione o “Rivoluzione della dignità”.
PIER PAOLO PATTI
Pier Paolo Patti (1978) ha sperimentato negli anni diversi linguaggi. espressivi utilizzando diversi media e, molto spesso, fondendo tra loro diverse tecniche per dar vita a spazi installativi complessi e multisensoriali.
Dal forte impatto emozionale, le opere di Patti sono legate a doppio filo con le tematiche sociali. Politica, religione e diseguaglianze in generale sono i temi su cui si fonda il Lavoro dell’artista che restituisce sempre diversi piani di lettura, grazie ai numerosi riferimenti a testi antichi, alla numerologia e alle ideologie del Novecento.
Le strutture sociali che si sono susseguite nei secoli e che hanno di fatto creato il pianeta che abitiamo, sono per Pier Paolo Patti fonte infinita di stimoli e spunti su cui riflettere; l’obbiettivo primario delle sue opere sembra tendere verso la creazione di luoghi fertili al confronto, al dialogo: opere effimere e icone destinate a durare secoli.
“L’arte è condivisione di pensiero e azione, è urgenza di esprimere la propria visione del mondo”, con queste parole l’artista intende il “fare artistico” mai banale o fine a se stesso, bensì un momento di riflessione, una curiosità, un suggerimento per spazi di pensiero alternativi.
Negli anni Pier Paolo Patti ha esposto le sue opere in diverse mostre collettive in Italia e in Europa. Realizzato mostre personali, tra le quali “Roots” a Tehran (Iran) a cura di Yasaman Tamizkar e Maryam Bagheri, “Rendez- vous en Europe” a Parigi curata da Martial Verdier, “ABB - perdono e inconsapevolezza” a Napoli e “Skèpsis” a cura di Franco Cipriano. Nel 2013 è invitato a partecipare alla VIII Shiryaevo Biennale of Contemporary Art di Shiryaevo (Russia) e tra il 2018 e il 2020 vince due importanti concorsi: “Artist in Residence” indetto dall’IGAV di Torino e “Premio Paolo VI per l’arte contemporanea” indetto dalla Centro studi Paolo VI sull’arte moderna e contemporanea. Ha partecipato a numerosissimi festival internazionali dedicati all’audiovisivo con cortometraggi e video d’arte. Una lunga lista di attività e collaborazioni lo hanno reso nell’arco di un ventennio, un artista poliedrico e prolifero.
Pier Paolo Patti è presente in cataloghi e riviste d’arte e nuovi linguaggi con testi di: Marco Alfano, Maryam Bagheri, Raffaella Barbato, Michela Becchis, Franco Cipriano, Michele Corleone, Tiziana Di Caro, Annapaola Di Maio, Chiara Gelato, Felicio Izzo, Nelya Korzhova, Mario Laporta, Giuseppe Limone, Salvatore Manzi, Antonio Maiorino, Dario Marchetti, Jean-Louis Poitevin, Carla Rossetti, Pasquale Ruocco, Paolo Sacchini, Stefano Taccone, Giacomo Verde, Maurizio Inchingoli, Novella Troianiello, Stefania Zuliani.
Nell’anno accademico 21/22 è docente di Installazioni Multimediali presso l’Accademia di Belle Arti Santa Giulia di Brescia.
La mostra è visitabile tutti i giorni dal 1° al 14 giugno 2023 (domenica e martedì giorni di chiusura) con orario 10.00 - 13.00 e 18.00 - 20.00.
INGRESSO LIBERO.
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