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Giovanni March fino al 27 maggio

pubblicata giovedì 25 maggio 2023
Giovanni March fino al 27 maggio Inaugurata il 15 aprile , sarà’ visitabile fino al 27 maggio 2023 nella Sede di Rappresentanza Castagneto Banca 1910 Livorno ( via Rossini 2 )
Alla Castagneto Banca 1910 , un nuovo grande evento culturale.
Il percorso artistico di Giovanni March tra luci e atmosfere
di Michele Pierleoni
L’opera pittorica di March è al centro della mostra che Castagneto Banca 1910, promuove per la primavera 2023 ( dal 15 aprile al 27 maggio 2023 ) , presso la Sede di Rappresentanza di Livorno dal titolo “Giovanni March, il pittore della luce e dell’atmosfera”.
Attraverso una ricca selezione di dipinti e grafiche, nell’esposizione si dipana il variegato mondo creativo dell’artista, dagli anni venti agli anni settanta del Novecento.
Ecco che, accanto a opere conosciute, largo spazio è dato a dipinti inediti, a dimostrazione di quanto ancora l’autore sia da approfondire nella sua produzione.
Ritengo importante, proprio a tale proposito, sottolineare la valenza culturale dello sforzo attuato dalla Banca, visto che l’ultima mostra di ampio respiro dedicata al Maestro a Livorno risale a circa trent’anni fa.
Si può quindi notare nel succedersi delle sale come la sua produzione in un primo momento risulta riflettere sulla lezione pucciniana (nella scansione degli spazi e dei volumi) ma ben presto si apre a prospettive nuove e internazionali.
Osservando le opere di Mach non possiamo fare a meno di sottolineare come tutto il suo percorso artistico sia fortemente segnato da un desiderio di conoscenza e sperimentazione: l’autore risulta infatti partecipe delle più significative ricerche figurative del secolo passato volte alla semplificazione e ad un uso parco della tavolozza pittorica.
I viaggi a Parigi, sono momenti di lavoro e confronto anche con la grande lezione degli impressionisti, che scioglie la robusta impalcatura toscana in alcuni dipinti realizzati nel primo soggiorno, mentre negli anni cinquanta, la prospettiva di lettura urbana è di grande rigore formale. Risulta attivo nella vita artistica livornese fin dal 1920, quando nello studio di Gino Romiti è tra i fondatori del Gruppo Labronico; oppure a Bottega d’Arte dove è presente in numerose mostre collettive e personali.
Una vita intensa quella di March, animata da conoscenza e amicizia con grandi protagonisti del Novecento italiano, voglio ricordare tra i molti Carlo Carrà, Giorgio De Chirico, Primo Conti e Guido Peyron.
Il suo carisma si nota anche quando nel 1967 viene organizzata l’antologica alla Casa di Dante a Firenze, accompagnata da un significativo catalogo dove è elencato, per ben sei pagine, il comitato d’onore che aderisce all’iniziativa.
Enzo Carli presentando il lavoro di March, in quell’occasione così si esprimeva : “Dietro ogni quadro del March si avverte l’organico articolarsi di una trama compositiva che procede ed è guidata dalle facoltà di analisi, e al tempo stesso di sintesi, di una mano espertamente e sicuramente disegnatrice: questo anche se in molti suoi dipinti ogni residuo grafico appare riassorbito da un linguaggio puramente cromatico, anche in quei paesaggi urbani o marini che sembrano costruiti di semplici placche di sole e di ombra, così come l’evidenza plastica delle nature morte, dei nudi e dei ritratti scaturisce dal sapiente accostamento di larghe e dense pennellate di vivido e integro colore”.
March è dunque un pittore “classico”, guarda alla grande lezione artistica toscana, ama la pittura antica, come lui stesso dice “i pompeiani sono ancora uno splendore”, studia gli impressionisti e penso a Renoir per i nudi, oppure per certi aspetti di primitivismo a Gauguin o alla grande lezione di Cézanne; è un uomo curioso, ha sete di conoscenza visiva, non giunge all’astrazione ma il suo processo di sintesi è magistrale.
Una mostra quindi che restituisce l’itinerario di ricerca del bello che ha caratterizzato l’autore, che pur respirando il salmastro del nostro mare risulta conscio di quanto la curiosità e la comprensione rappresentino uno stimolo verso nuovi e mai banali obbiettivi forieri di risultati artistici.
 



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