ROLANDO SCATARZI



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Rolando Scatarzi è nato nel 1941 a Firenze, dove vive attualmente.
Ha iniziato a dipingere da giovanissimo influenzato dai macchiaioli toscani e dagli impressionisti.
Da sempre attratto però dalla pittura non figurativa, nei primi anni settanta si è dedicato allo studio della stessa per cercarne la chiave di lettura ed il contenuto espressivo affidandosi alla guida del maestro Giovanni Maggini.
La sua ricerca pittorica attuale, che deriva da una sua personale interpretazione dell’astrattismo classico e della corrente informale, è volta ad interpretare con costante evoluzione, grazie ad una continua scomposizione e ricomposizione degli equilibri e dei vari elementi che compongono le sue opere, l’antinomia fra sentimento e tecnica, arte e consumismo, che caratterizza la nostra epoca.
Questa procedura, che porta alla sintesi ed alla ricostruzione sia della forma che del colore, tende ad analizzare il percorso e ad immaginarne reazioni ed ipotetico pensiero, come in un caleidoscopio, rappresentando alla fine fantasticamente questa dimensione, ricercando in essa, oltre alla drammaticità intrinseca, una sua armonia ed una sua poetica di vago stampo formale.
Il suo lavoro è comunque guidato dal concetto che il valore di ciò che si comunica dipende dalla solidità tecnica della pittura al servizio dell’invenzione artistica e che l’omaggio di tale sintesi possa dirsi tanto più centrato quanto più essa riesce nell’intento di suscitare emozioni e reazioni positive nel fruitore.
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“Delineata nel suo processo formale evolutivo fatto di forme in trasformazione, ma già giunte ad essere diverse da se stesse, la pittura di Rolando Scatarzi è costruita sugli effetti luminosi. Un procedimento che coinvolge il modo di percepire con gli occhi lo spazio attorno, nello stesso tempo porgendolo allo spettatore che si rende così soggetto attivo. Un colore luminoso, trasparenze che si arricchiscono di sovrapposizioni, equilibri che si rompono e si ricompongono, elementi in evoluzione, recano le tracce di una continua emozione che scaturisce dallo studio dell’essenza stessa del circostante.

Federico Napoli


“Sulle tele prendono corpo dissolvenze informali dalle rifrangenti e cinetiche luminosità cromatiche: la luce intride il colore, esaltato nelle sue trasparenze cangianti che suggeriscono il mondo contingente, evocando le forme in un gioco metamorfico-allusivo tra realtà e finzione, natura ed artificio dal filtro mediatico.
Il dinamismo astraente è il cardine di un codice che inscena originali ideazioni per ricerca di effetti opalescenti secondo una modalità esecutiva che oltrepassa il riconoscibile figurativo verso trasformismi ottici dell’essenza visiva.”

Silvia Ranzi


 
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