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Florian (Patrizia Mencarini) nasce a Livorno, città pittoresca, umorale, artistica per vocazione, fucina inesauribile di pittori, musicisti, teatranti. E Florian è così, vivace e lunatica, ribelle ai diktat tradizionali, amante della musica e della poesia, insofferente verso tutto ciò che è artificioso, studiato, manieristico.
Ama dipingere stati d’animo, emozioni, fantasie segrete usando talvolta espressioni pittoriche volutamente eccessive, dove il colore diventa sentimento e passione ed il segno racconta un pensiero inespresso eppur mai tanto palese.
Inizia a dipingere da giovanissima. A 14 anni si iscrive alla Libera Accademia delle Belle Arti di Livorno che frequenta con successo. Da allora non ha mai smesso dipingere aderendo a vari gruppi artistici-culturali e attraversando esperienze pittoriche accademiche e sperimentali.
Ha vissuto per molti anni a Bari dove ha partecipato a varie rassegne di arte contemporanea ottenendo notevole successo di critica e pubblico.
Attualmente vive ed opera a Livorno.

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“Se è vero, come è vero, che l’artista propone se stesso nelle proprie opere, Florian coglie perfettamente nel segno.
Persona esuberante, estroversa e solare, riesce a riprodurre nei suoi dipinti la voglia quasi carnale ed ossessiva di vivere. Non accetta imposizioni dettate delle regole o da canoni pittorici di maniera, esce dagli schemi e si accosta alle tele con gesto liberatorio nei confronti del mondo che la circonda e nel quale si sente compressa e limitata, a causa dalle infinite regole e dei compromessi che vigono nella società umana.
Florian non dipinge per avere riconoscimenti, dipinge per sé stessa, dipinge per desiderio, per bisogno, per essere viva, in una società spesso distratta e non sempre attenta alle persone che hanno dentro un mondo tutto da conoscere, un vulcano emotivo degno di essere esplorato e condiviso. Ed ecco che allora tutta una scenografia fantasiosa si dispiega di fronte ai nostri occhi: composizioni incantate, fiabesche, oniriche, ci danno piena testimonianza della capacità fantastica della pittrice di saper oltrepassare, con sicurezza ed abilità, i confini dello sguardo quotidiano su paesaggi, cose, persone e animali, per restituirceli trasfigurati in una più intima e rinnovata essenza.
Florian osserva con sincero rammarico fino a qual punto la donna ai giorni nostri sia stata relegata a mero oggetto di desiderio, a bieco strumento di seduzione al servizio della pubblicità. Ecco perché sente quasi l’urgenza di proporci figure femminili nei cui volti si leggono i momenti più veri e profondi dell’essere donna; donne fino in fondo all’anima, ma in modo discreto, ammiccante, talvolta anche sensuale, ma sempre privo di volgarità.
Sono figure che si fanno ammirare non tanto per la bellezza, bensì per lo sguardo o per un atteggiamento ricco di espressività, immerse in riflessioni spesso malinconiche, assorte, dubbiose... obbligandoci a soffermarci per un attimo a cercare di capire.
Emblematiche e pregne di intimo significato anche le belle figure di gatto: animale che dagli albori della storia è sempre rimasto fedele a se stesso, simbolo vivente di orgoglio, di libertà, di autosufficienza, di squisita individualità. Il gatto, animale che non può essere addomesticato perché non riconosce l’uomo come leader…
La fantastica restituzione iconografica, questo certamente colpisce del lavoro di Florian, ma anche una attenta e profonda ricerca intorno al colore, perché le sue figure “vivono” di colore.
E nei colori c'è tutta la vitalità della personalità di questa artista capace di vedere oltre il dato sensibile del reale, per coglierne bellezza, armonia e sogno, là dove i nostri occhi, troppo spesso, riconoscono nel quotidiano solo lo specchio di una scontata banalità”.

Stefano Barbieri


 
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