CLELIA LOGOLUSO



CLELIA LOGOLUSO Passione e Sinuosità nelle opere di Clelia Logoluso

di Alessandra Rontini

Clelia Logoluso, pugliese ma labronica di adozione, ha frequentato la scuola d’arte Trossi Uberti e partecipato a diverse mostre e concorsi tra cui il Premio Rotonda, Città di Livorno. 

Artista singolare, esuberante e senza ombra di dubbio, al di fuori del comune, Clelia rivolge la sua indagine pittorica soprattutto verso sinuosi corpi femminili che sprigionano un alto tasso di passionalità e mistero al tempo stesso; figure che si posano su indefiniti sfondi scuri e che si impongono sulla tela grazie a brillanti tonalità di rosso.
Le donne di Clelia, eseguite con destrezza di sintesi, sono distinte da un’ineguagliabile eleganza: mai completamente svestite, lasciano intravedere una discreta nudità. Senza volto e senza tempo, indefinite nella loro bellezza, queste figure femminili sono una combinazione di timidezza, fragilità, ambiguità e sensualità. Posano, con pudore, sotto lo sguardo attento del pittore che le ritrae, sprigionando tutta la loro fisicità nella delicatezza dei loro movimenti. Donne di classe potrebbero sembrare superbe nel loro mostrarsi fiere, ma in realtà esse non si concedono mai completamente, nascondendosi dietro un “ vedo e non vedo”.
Ma l’abito è solo una maschera, è la veste nascosta, una scorza dura che nasconde le proprie fragilità ma al tempo stesso anche il limite al di là del quale non cedere mai; in nessun caso queste figure femminili si “spoglieranno” del loro dialogo interiore, un dialogo interiore fatto di affanni e contraddizioni, di gioie e dolori, di amori e incomprensioni.
La ricerca espressiva di Clelia è un “up and down” dentro l’anima, un su e giù costante e febbricitante, un filo del racconto astratto, insoluto, avvolto nel mistero. Le sue sono opere figurative ma incompiute, e non solamente perché l’autrice volutamente omette i lineamenti dei volti dei personaggi, ma perché si interroga e al tempo stesso interroga il pubblico sulla caducità della vita.
Se è vero che gli artisti hanno la capacità di ritrarre la propria anima posso percepire in Clelia uno spirito inquieto mai completamente pago con una grossa fragilità di fondo tipica di una donna sensibile, genuina e avulsa dalla complessità del mondo che le gira attorno.

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