MAURIZIO  BINI



MAURIZIO  BINI Maurizio Bini è nato nel 1940 a Livorno dove vive e lavora. Ha studiato Decorazione Pittorica all’Istituto d’Arte di Lucca. Dal 1970 è stato titolare di cattedra di Discipline Pittoriche al Liceo Artistico di Lucca, in seguito all’indirizzo artistico del Liceo Sperimentale di Livorno.
Dai primi anni sessanta partecipa a varie vicende artistiche di carattere nazionale ed internazionale
Viene invitato a far parte del Gruppo labronico dove esporre dal 2012
Della sua attività artistica si sono interessati vari critici, con scritti e recensioni, fra cui:
Giuse Benignetti, Luigi Bernardi, Luciano Budigna, Antonella Capitanio, Dino Carlesi, Mario De Micheli, Enzo Fabiani, Elda Fezzi, Filippo Lotti, Luciano Luisi, Corrado Marsan, Dario Micacchi, Nicola Micieli, Michele Pierleoni, Alessandra Rontini, Pier Carlo Santini, Giorgio Seveso, Franco Solmi, Sergio Tarquinio.

……egli ha mantenuto una sostanziale continuità stilistica procedendo nel senso della semplificazione della partitura ,in favore di impianti più ampi e ariosi e una forma pittorica più omogenea, per quanto aperta al bel gioco delle scomposizione in cristalli e squarci di luce, alle trasparenze della materia fluida, alla dinamica di rilessi e rifrazioni, alle messe a fuoco di parti cristalline nello svaporare del contesto, procedimenti tutti che imprimono ritmo interno all’immagine pur sempre contenuta entro coordinate spaziali di tipo lineare, dunque d’una certa esattezza geometrica e prospettica.Sono qualità.queste, che meglio si manifestano nelle inquadrature d’ampio prospetto, a taglio specialmente orizzontale e a grande schermo, quali le frequenti aperture marine mantenute ampie e lontananti anche nei tagli quadrati o verticali, in questo caso per la disposizione in sequenza registri sovrapposti dei piani prospettici. ( tratto da “Cronache” 2010- Nicola Micieli)

……….Bini propone allo spettatore un moderno fabula de te narratur. Le sue immagini si richiamano a un immaginario collettivo in cui anch’egli si riconosce: Bini le eccepisce dai contesti abituali, ma le apre alla dimensione del sogno se non della memoria. Ogni suo dipinto si dà come campo di promiscuità: al suo interno le esperienze più svariate e stratificate ,percezioni immaginazioni ricordi, definiscono le modalità costitutive delle figure e delle cose. ( In Homo ludens, catalogo della rassegna di Viareggio, Diapress, Firenze, 1988)
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