RENATO NATALI



RENATO NATALI RENATO NATALI:

( 1883 – 1979)

Un artista amato e ricordato da sempre nella sua città natale.



Renato Natali nacque a Livorno il 10 Maggio 1883 e vi morì il 7 Marzo 1979 all’età di 96 anni.
Postmacchiaiolo, solo per ordine di tempo, occupa un posto a sé nel panorama della pittura livornese.
Autodidatta, non frequentò nessuna scuola, ma dotato di grande istinto, si formò sull’osservazione e lo studio dei grandi artisti.
Non ebbe mai allievi , ma a qualche aspirante pittore rispondeva: “Stai vicino a me e osserva la mia tela”.
Una tavolozza ricca di colori forti (per questo fu paragonato a Goya) e varia per i temi, ora drammatici, ora festosi , ma sempre pieni di poesia.
Ricordiamo in proposito i titoli d’alcune opere: Dramma , Rissa , Ombra, Chiacchiera , Ombre e Luci , Veglione , Mascherata , Sera estiva , Musica Rusticana.
Altri titoli, come Rotonda , Via dei Mulini a Vento , Voltina , il Lazzeretto di Ardenza e Baruffa, ricordano angoli della Livorno scomparsa , città alla quale rimase fortemente legato.
Renato Natali ,tra le tematiche predilette, amava fissare , attraverso i suo colori, le scene di vita popolare o folcloristiche.
La quotidianità della sua città, con le scene di lavoro, le famose risse , ma anche le manifestazioni in piazza o la simbologia religiosa con opere come "In preghiera", "Madonnina", "Processione".
Amava molto i suoi concittadini: “Vorrei che ogni famiglia livornese possedesse almeno un mio quadro”, era solito dire.
Arguto , aveva la battuta sempre pronta e ai molti frequentatori del suo studio amava ripetere :: “Cosa ci vuole a diventare milionari ? Basta vendere mille quadri a mille lire l’uno”.
Nel 1968 il critico d’arte Piero Caprile , nella splendida mostra Antologica organizzata alla Casa della Cultura di Livorno lo ricordò così :
Natali si innamorò di Livorno a Parigi, nell’estate del 1912, quando vi si trasferì per circa due anni.
Qui fu accolto da Niccodemi, si intrattenne col D’Annunzio, conquistato dalla estrosa originalità del giovane labronico, e affettuosi furono i colloqui col Modigliani.
Così vide passare come in sogno, proiettata dalla sua fantasia, la Livorno ottocentesca, i teatri orgiati di luci, le prosperose ballerine amorevolmente dipinte da Toulouse Lautrec, tra cui la decantata Goulue che avviò , si dice, Modigliani all’assenzio; e per Natali rimasero le protagoniste delle intramontabili “risse” , gli opulenti personaggi delle “ribotte”.
Livorno si svegliò , dunque a Parigi, nella colorazione notturna d’una città tentacolare ove si facevano bel nome Fregoli, con spavalde stregonerie da mandare in delirio le platee, e Niccodemi per la fiorita e salottiera cultura.
Il Natali invitato a dipingere, preferiva piuttosto perdersi nel dolce frastuono saporoso.
Ebbe la ventura di conoscere ed ammirare, rinomate ragazze di teatro, le più note canzonettiste , e prodigarsi a Montparnasse in luoghi conversari con Boldini, lo scapigliato ricercatore, e Cappielo, addirittura ossessionante per la miracolosa cartellonista d’arte.
Si dice che l’ingresso del trionfo, in quel mondo eterogeneo, avvenne in maniera del tutto singolare.
Doveva recarsi a teatro con altri illustri “bohémiens” ma l’etichetta imponeva l’abito nero.
La giacca, si; ma i calzoni erano a righe e con drastico proposito pensò ad una rapidissima passata di nero su quelle linee.
E’ stato un benefattore per Livorno e la sua economia.
La sua attività lunga ed intensa fu paragonata a quella del Cantiere Orlando, considerando che i suoi quadri, tra corniciai, rivenditori, collezionisti, ecc. consentivano un buon giro d’affari e di ricchezza a tutti i livelli.
Condusse una vita molto modesta, lui che rifiutò onori e ricchezze offerti da mecenati facoltosi, che gli misero a disposizione anche residenze in ville agiate.
Non essendo sposato, viveva con un’anziana sorella, sempre in case d’affitto, il suo distacco dalle cose materiali era assoluto, fedele alla massima che “chi ha terra, ha guerra “.
Mite e generoso , aiutava spesso, magari con un quadretto, quanti erano in difficoltà.
Alieno dalla maldicenza, non disse mai male dei colleghi pittori, cosa rara nell’ambiente che a Livorno era molto vivace.
Contemporanei di Natali a Livorno, fra gli altri furono : Puccini , Micheli, U.Liegi, Bartolena e Tommasi, Benvenuti, Ghiglia, Nomellini , Romiti , Lomi, Filippelli, March.
Fu in rapporti d’amicizia, come detto in precedenza, con Modigliani , Gabriele D’Annunzio , Giosuè Borsi.
Cultore dei classici , si formò su solide letture: recitando a memoria ampi brani della Divina commedia e poesie di Giuseppe Giusti.
Pittore della memoria, a Parigi dipingeva i Quattro Mori, a Livorno , Montparnasse.
Non dipinse dal vero, ma gli bastava qualche appunto in un foglietto.
Per le risse notturne, si nascondeva in un angolo buio di una via ed annotava la scena. Per questo Ugo Oietti lo chiamò : “Renato delle notti “.
Fu pittore della Livorno scomparsa, non da bozzettista, ma da vero artista , dal respiro ampio.
Le sue opere molto note in Italia ma soprattutto a Roma, Milano , Firenze, negli ultimi anni , hanno visto crescere in modo ragguardevole le proprie quotazioni, a dimostrazione dell’alto valore artistico e culturale di questo personaggio.
Ebbe vasti riconoscimenti, dalle Biennali di Venezia e dal Ministero della Pubblica Istruzione.
Partecipò con successo a mostre all’estero: Brighton (Inghilterra) , Minnesota , Buenos Aires , Il Cairo , Atene.
Fu maestro anche nell’arte della incisione: Litografie , acqueforti, nelle quali si notò la padronanza del disegno.
Nel 1978 gli fu conferita l’onorificenza di Commendatore al Merito dalla Repubblica.
Nel 1983 , in riconoscimento dei suoi meriti, il Comune di Livorno, gli organizzò ai Bottini dell’Olio la mostra del Centenario, che fu visitata anche dall’allora Presidente della Repubblica, Sandro Pertini.
Questo era Natali, grande artista , grande uomo e inimitabile per la sua profonda modestia.

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